di Valerio Aiolli
Cos’è uno scrittore? Uno che racconta bene, a volte molto bene, delle storie? No. Quello è un narratore. Di narratori ce ne sono molti. La Tv e il cinema ne sono pieni. Di bravi narratori ce ne sono molti meno, e quando si trova un bravo narratore si festeggia. Il bravo narratore è uno che ti racconta una storia complessa, piena di strati, e te la fa apparire semplice, per esempio. Tu bevi la sua storia pensando sia una bibita rinfrescante, e ti ritrovi nutrito oltre ogni aspettativa.
Bello.
Ma lo scrittore è un’altra cosa. Lo scrittore è uno che ha in sé un modo di vedere, di sentire le cose, molto diverso dalla maggioranza delle altre persone. Un modo più profondo, o più sbalestrato, o più ossessivo, o più ampio, o più… Più. Ed è uno che riesce, attraverso le parole, attraverso le storie, a trasmetterlo agli altri operando il miracolo di far sentire quel mondo – il suo, solo suo, mondo – come familiare a chi legge, e che fino a quel momento aveva visto e sentito le cose in modo completamente diverso. Aveva visto e sentito… meno.
Enzo Fileno Carabba aveva già scritto libri belli. Pieni di bontà e perfidia, di umorismo e di immaginazione, di risate e visioni prospettiche sbarellate e sbarellanti. Insomma, era già uno scrittore prima di questo libro. Ma qui trova la sua misura migliore. Va dentro di sé, e porta su conchiglie su conchiglie, che unite tutte insieme formano una collana di frasi, lunghissima e leggera, che fa di questo “romanzo” (vogliamo continuare a usare questa parola elastica? Continuiamo) uno dei libri più divertenti e commoventi, più spontanei e riflessivi, più aerei e profondi che mi sia capitato di leggere ultimamente. E non parlo degli ultimi giorni, ma degli ultimi anni. Uno di quei libri che vorresti leggere a ogni ora del giorno ma non lo fai per non finire troppo in fretta. Uno di quei libri che ti esaltano e ti pacificano. Uno di quei libri che dovrebbero avere un successo assoluto.
C’è il mare, ci sono i parenti, la montagna, i quattro elementi, i gamberi killer, i serpenti, la barriera corallina. Ci sono gatti, ragazze più grandi, film dell’orrore. C’è il rigo nero. Si porge l’altra guancia, si comprende senza capire fino in fondo.
Si parla di lui, di Enzo Fileno Carabba.
Si parla di noi, tutti noi.
Enzo Fileno Carabba – La zia subacquea e altri abissi famigliari – Mondadori 2015